COMUNICATO STAMPA
La
Cina è solcata da oltre 5.000 fiumi che si estendono per oltre
220.000 km. Lungo questi bacini vivono oltre 400 milioni di persone e
si genera oltre il 60% del PIL del colosso asiatico. Il fiume Azzurro
(in cinese Chang Jiang, detto anche Yangtze) con i suoi oltre 6.400
km è il più lungo dell’Asia e il terzo al mondo. Tuttavia, lo
sviluppo frenetico degli ultimi decenni ha compromesso seriamente non
solo i delicati ambienti fluviali ma anche, di conseguenza, tutti gli
usi umani del bene acqua. Come ha affermato il ministro cinese delle
risorse idriche, Wang
Shucheng: “combattere
per ogni goccia d’acqua o morire: questa è la sfida che sta
affrontando la Cina”.
Oggi le acque di molti fiumi cinesi sono così inquinate da non poter
essere impiegate nemmeno in agricoltura. A ciò si aggiunge
l’inarrestabile desertificazione di vaste aree del paese. Ma oltre
a queste casi preoccupanti - e purtroppo simili a tante altre parti
del pianeta – dalla Cina arrivano anche i segnali per quella che
potrebbe essere una svolta importante.
Grazie
al Programma Idrologico
Internazionale dell’UNESCO,
le sfide per gestire meglio i fiumi del pianeta e le risorse idriche
a disposizione tutelando maggiormente gli ecosistemi fluviali,
necessari a rigenerare la qualità di tutte le acque – vengono
rilanciate a livello mondiale per volontà della Cina. È quanto
emerge dal convegno internazionale
“Great Rivers Forum”
svoltosi a Wuhan dal 28 al 30 ottobre.
Wuhan
è una megalopoli che conta oltre 8 milioni di abitanti e si sviluppa
lungo il fiume Azzurro, non lontano dalla diga delle Tre Gole
(l’impianto idroelettrico più grande al mondo). Il convegno a cui
hanno partecipato le massime autorità cinesi e dell’UNESCO e oltre
80 esperti da tutto il mondo, ha non solo fornito un’agenda
operativa per una gestione più sostenibile dei fiumi su scala
globale, e non solo in Cina, ma ha anche posto al centro delle future
azioni di educazione a una “nuova cultura dell’acqua” alcuni
nuovi attori: i Musei dell’Acqua. Non è un caso che il Forum si
sia svolto proprio nella cornice futuristica del Museo
delle Civiltà del Fiume Azzurro
(Changjiang
Civilization Museum).
La
Cina si è presentata a questo importante appuntamento internazionale
con tre fiori all’occhiello: oltre al citato Museo
delle Civiltà del Fiume Azzurro di Wuhan, erano presenti il National
Water Museum of China
di Hangzhou (il più grande museo dell’acqua al mondo!) e il Museo
Sommerso di Chongqing (Baiheliang Underwater Museum).
Tutti e tre questi musei sorgono lungo il medesimo fiume, ma
espongono e si focalizzano su temi e patrimoni diversi: dai preziosi
e insostituibili ecosistemi acquatici dei fiumi alle buone pratiche
di gestione idraulica, dai patrimoni archeologici alle culture
intangibili plasmate dall’acqua. Nel Changjiang
Civilization Museum sono
ricostruiti gli ecosistemi del fiume Azzurro grazie a tecnologie
interattive di ultimissima generazione. Inaugurato nemmeno 3 anni fa,
ha già registrato oltre due milioni e mezzo di visitatori, mentre
l’annessa area espositiva (aperta nel mese di luglio) è di fatto
un altro museo dell’acqua che, con un agile impianto espositivo,
mette a confronto gli ambienti acquatici e i preziosi ecosistemi dei
10 più grandi fiumi al mondo: dal Rio delle Amazzoni al Nilo, dal
Fiume Azzurro al Mississippi, dal Congo al Danubio...
Il
National Water Museum of China ha sede invece ad Hangzhou, non
lontano da Shangai, e si sviluppa in un avveniristico palazzo di
dodici piani in stile pagoda, che svetta su un waterfront
riqualificato all’interno di un’oasi naturalistica. Con i suoi
oltre 70 mila metri quadrati espositivi è attualmente il più esteso
museo dell’acqua al mondo. Al suo interno si possono comprendere le
diverse civiltà dell’acqua sorte in varie parti del pianeta ma
soprattutto le grandi conquiste idrauliche raggiunte storicamente in
Cina per governare le acque dei fiumi, domare le alluvioni
distruttive e sviluppare un’agricoltura fiorente. Oltre a esporre
curiosi manufatti idraulici e a ricostruire i tipici villaggi rurali
cinesi che sorgevano lungo i fiumi, il museo ripercorre gli ultimi
tre mila anni di storia narrando le gesta dei protagonisti storici
delle principali conquiste idrauliche e di civiltà, veri e propri
ingegneri ante litteram. Il Museo Sommerso Baiheliang, situato nella
parte più a occidente del fiume Azzurro, raccoglie alcune delle più
raffinate calligrafie incise su roccia e dedicate al grande fiume.
Questo museo è stato realizzato per tutelare e far conoscere la più
antica stazione idrologica al mondo, sorta proprio lungo il fiume
Changjiang: enormi blocchi di pietra scolpiti a forma di pesce sono
serviti nel corso dei secoli per registrare i livelli del fiume e
predirne i futuri andamenti ciclici. Disegni e calligrafie incisi su
roccia raccontano così di storie e aneddoti legati ai mutevoli cicli
del fiume, ai periodi di abbondanza e siccità. Ma questi capolavori
di conoscenze idrauliche sono oggi perennemente sommersi a causa
della diga delle Tre Gole che, pur sorgendo un migliaio di km a
valle, ha comportato l’innalzamento forzato del livello del grande
fiume di circa 10 metri. Per rendere accessibile a tutti questo
patrimonio unico di civiltà e conoscenze idrauliche è stato
realizzato un originale ed emozionante percorso di visita che, in
tutta sicurezza, conduce i visitatori a esplorare i fondali del fiume
a circa 14 metri di profondità, dove si trova l’area archeologica
perennemente sommersa. Si ha la sensazione di trovarsi in un
sommergibile scrutando dagli oblò i raffinati disegni e capolavori
di calligrafia tra il guizzo di gamberi e pesci.
Un
mondo ancora poco conosciuto, quello dei musei dedicati a far
comprendere il valore di questo prezioso elemento liquido. Quelli
descritti sono, del resto, solo tre degli oltre cento musei
dell’acqua censiti solo in Cina, che ora si sta muovendo per
organizzarli in una rete nazionale. Ma l’idea di mettere in rete
tutti i musei dell’acqua a livello mondiale nasce dall’Italia e,
dal giugno di quest’anno, è diventata una realtà concreta grazie
al battesimo dell’UNESCO che ha insediato il Global
Network of Water Museums all’interno
del proprio Programma Idrologico Internazionale.
Il
Global Network raccoglie già l’adesione di oltre sessanta
istituzioni museali e non
(www.watermuseums.net)
e mira a promuovere
l’urgenza di una gestione più lungimirante dell’acqua,
sensibilizzando ogni anno milioni di persone sui diversi temi
connessi a un uso più sostenibile di un bene così essenziale alla
vita. Il Global Network,
sorto grazie al progetto pilota denominato Water
Museum of Venice - un
museo digitale gestito dal Centro
Internazionale per la Civiltà dell’Acqua Onlus
(www.watermuseumofvenice.com),
è attualmente
coordinato dall’Università
Ca’ Foscari di Venezia,
dove ha la sede.
Il
Global Network, nella sua missione di diffondere
una “nuova cultura dell’acqua” a partire dal grande pubblico
dei musei, mira a riconnettere le tecniche e i modelli di gestione
ereditati dal passato alle attuali visioni pianificatorie,
valorizzando quel patrimonio di conoscenze e saperi che hanno
plasmato, nei secoli, paesaggi dell’acqua unici e irripetibili, ma
che oggi rischiano di svanire a causa dell’incuria, della
superficialità o, peggio, di politiche poco attente. Nuovi programmi
educativi sono al centro di questa iniziativa che vedrà come
protagonisti i musei, cinesi, italiani e non solo, per rafforzare su
scala mondiale i patrimoni delle “antiche culture dell’acqua”:
patrimoni da cui è necessario ripartire per stimolare nuove idee e
strategie volte a garantire una crescita più sostenibile.
Il Global Network è stato tra i
protagonisti dei lavori del Great Rivers Forum, grazie alla sessione
moderata da Eriberto
Eulisse, coordinatore
della rete che mette al centro una nuova visione antropologica del
rapporto uomo-fiume per educare le nuove generazioni. Non è un caso
che nella cornice di questo convegno sia stato siglato un importante
accordo di collaborazione tra il Global
Network of Water Museums
e il Museo delle
Civiltà del Fiume Azzurro.
Le
altre due sessioni del Forum hanno invece approfondito altri temi
cruciali per gli obiettivi dello sviluppo sostenibile (Sustainable
Development Goals). Anzitutto con il gruppo di illustri esperti che
hanno trattato e discusso le problematiche di ecoidrologia legate ai
grandi fiumi, coordinati da Karl
Wantzen (cattedra
UNESCO a Tour, in Francia). Infine, ma non ultimo, si è parlato di
pianificazione urbana, dei futuri sviluppi delle città collocate
lungo i fiumi e della necessità di riconnetterle maggiormente con
l’elemento acqua, nella sessione coordinata da Katri
Lisitzin, nota esperta
di Patrimoni Mondiali dell’UNESCO. La città
di Wuhan e il Museo
delle Civiltà del Fiume Azzurro
hanno già annunciato, assieme all’UNESCO, la prossima edizione del
Great River Forum per il 2020, onde dare continuità concreta alle
azioni e alle raccomandazioni dell’UNESCO emerse dalle conclusioni
della conferenza.
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