mercoledì 14 novembre 2018

L’UNESCO mette al centro i Musei dell’Acqua per rilanciare dalla Cina le grandi sfide sulla gestione sostenibile dei fiumi


COMUNICATO STAMPA

La Cina è solcata da oltre 5.000 fiumi che si estendono per oltre 220.000 km. Lungo questi bacini vivono oltre 400 milioni di persone e si genera oltre il 60% del PIL del colosso asiatico. Il fiume Azzurro (in cinese Chang Jiang, detto anche Yangtze) con i suoi oltre 6.400 km è il più lungo dell’Asia e il terzo al mondo. Tuttavia, lo sviluppo frenetico degli ultimi decenni ha compromesso seriamente non solo i delicati ambienti fluviali ma anche, di conseguenza, tutti gli usi umani del bene acqua. Come ha affermato il ministro cinese delle risorse idriche, Wang Shucheng: “combattere per ogni goccia d’acqua o morire: questa è la sfida che sta affrontando la Cina”. Oggi le acque di molti fiumi cinesi sono così inquinate da non poter essere impiegate nemmeno in agricoltura. A ciò si aggiunge l’inarrestabile desertificazione di vaste aree del paese. Ma oltre a queste casi preoccupanti - e purtroppo simili a tante altre parti del pianeta – dalla Cina arrivano anche i segnali per quella che potrebbe essere una svolta importante.
Grazie al Programma Idrologico Internazionale dell’UNESCO, le sfide per gestire meglio i fiumi del pianeta e le risorse idriche a disposizione tutelando maggiormente gli ecosistemi fluviali, necessari a rigenerare la qualità di tutte le acque – vengono rilanciate a livello mondiale per volontà della Cina. È quanto emerge dal convegno internazionale “Great Rivers Forum” svoltosi a Wuhan dal 28 al 30 ottobre.


Wuhan è una megalopoli che conta oltre 8 milioni di abitanti e si sviluppa lungo il fiume Azzurro, non lontano dalla diga delle Tre Gole (l’impianto idroelettrico più grande al mondo). Il convegno a cui hanno partecipato le massime autorità cinesi e dell’UNESCO e oltre 80 esperti da tutto il mondo, ha non solo fornito un’agenda operativa per una gestione più sostenibile dei fiumi su scala globale, e non solo in Cina, ma ha anche posto al centro delle future azioni di educazione a una “nuova cultura dell’acqua” alcuni nuovi attori: i Musei dell’Acqua. Non è un caso che il Forum si sia svolto proprio nella cornice futuristica del Museo delle Civiltà del Fiume Azzurro (Changjiang Civilization Museum).
La Cina si è presentata a questo importante appuntamento internazionale con tre fiori all’occhiello: oltre al citato Museo delle Civiltà del Fiume Azzurro di Wuhan, erano presenti il National Water Museum of China di Hangzhou (il più grande museo dell’acqua al mondo!) e il Museo Sommerso di Chongqing (Baiheliang Underwater Museum). Tutti e tre questi musei sorgono lungo il medesimo fiume, ma espongono e si focalizzano su temi e patrimoni diversi: dai preziosi e insostituibili ecosistemi acquatici dei fiumi alle buone pratiche di gestione idraulica, dai patrimoni archeologici alle culture intangibili plasmate dall’acqua. Nel Changjiang Civilization Museum sono ricostruiti gli ecosistemi del fiume Azzurro grazie a tecnologie interattive di ultimissima generazione. Inaugurato nemmeno 3 anni fa, ha già registrato oltre due milioni e mezzo di visitatori, mentre l’annessa area espositiva (aperta nel mese di luglio) è di fatto un altro museo dell’acqua che, con un agile impianto espositivo, mette a confronto gli ambienti acquatici e i preziosi ecosistemi dei 10 più grandi fiumi al mondo: dal Rio delle Amazzoni al Nilo, dal Fiume Azzurro al Mississippi, dal Congo al Danubio...
Il National Water Museum of China ha sede invece ad Hangzhou, non lontano da Shangai, e si sviluppa in un avveniristico palazzo di dodici piani in stile pagoda, che svetta su un waterfront riqualificato all’interno di un’oasi naturalistica. Con i suoi oltre 70 mila metri quadrati espositivi è attualmente il più esteso museo dell’acqua al mondo. Al suo interno si possono comprendere le diverse civiltà dell’acqua sorte in varie parti del pianeta ma soprattutto le grandi conquiste idrauliche raggiunte storicamente in Cina per governare le acque dei fiumi, domare le alluvioni distruttive e sviluppare un’agricoltura fiorente. Oltre a esporre curiosi manufatti idraulici e a ricostruire i tipici villaggi rurali cinesi che sorgevano lungo i fiumi, il museo ripercorre gli ultimi tre mila anni di storia narrando le gesta dei protagonisti storici delle principali conquiste idrauliche e di civiltà, veri e propri ingegneri ante litteram. Il Museo Sommerso Baiheliang, situato nella parte più a occidente del fiume Azzurro, raccoglie alcune delle più raffinate calligrafie incise su roccia e dedicate al grande fiume. Questo museo è stato realizzato per tutelare e far conoscere la più antica stazione idrologica al mondo, sorta proprio lungo il fiume Changjiang: enormi blocchi di pietra scolpiti a forma di pesce sono serviti nel corso dei secoli per registrare i livelli del fiume e predirne i futuri andamenti ciclici. Disegni e calligrafie incisi su roccia raccontano così di storie e aneddoti legati ai mutevoli cicli del fiume, ai periodi di abbondanza e siccità. Ma questi capolavori di conoscenze idrauliche sono oggi perennemente sommersi a causa della diga delle Tre Gole che, pur sorgendo un migliaio di km a valle, ha comportato l’innalzamento forzato del livello del grande fiume di circa 10 metri. Per rendere accessibile a tutti questo patrimonio unico di civiltà e conoscenze idrauliche è stato realizzato un originale ed emozionante percorso di visita che, in tutta sicurezza, conduce i visitatori a esplorare i fondali del fiume a circa 14 metri di profondità, dove si trova l’area archeologica perennemente sommersa. Si ha la sensazione di trovarsi in un sommergibile scrutando dagli oblò i raffinati disegni e capolavori di calligrafia tra il guizzo di gamberi e pesci.
Un mondo ancora poco conosciuto, quello dei musei dedicati a far comprendere il valore di questo prezioso elemento liquido. Quelli descritti sono, del resto, solo tre degli oltre cento musei dell’acqua censiti solo in Cina, che ora si sta muovendo per organizzarli in una rete nazionale. Ma l’idea di mettere in rete tutti i musei dell’acqua a livello mondiale nasce dall’Italia e, dal giugno di quest’anno, è diventata una realtà concreta grazie al battesimo dell’UNESCO che ha insediato il Global Network of Water Museums all’interno del proprio Programma Idrologico Internazionale.



Il Global Network raccoglie già l’adesione di oltre sessanta istituzioni museali e non (www.watermuseums.net) e mira a promuovere l’urgenza di una gestione più lungimirante dell’acqua, sensibilizzando ogni anno milioni di persone sui diversi temi connessi a un uso più sostenibile di un bene così essenziale alla vita. Il Global Network, sorto grazie al progetto pilota denominato Water Museum of Venice - un museo digitale gestito dal Centro Internazionale per la Civiltà dell’Acqua Onlus (www.watermuseumofvenice.com), è attualmente coordinato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia, dove ha la sede.
Il Global Network, nella sua missione di diffondere una “nuova cultura dell’acqua” a partire dal grande pubblico dei musei, mira a riconnettere le tecniche e i modelli di gestione ereditati dal passato alle attuali visioni pianificatorie, valorizzando quel patrimonio di conoscenze e saperi che hanno plasmato, nei secoli, paesaggi dell’acqua unici e irripetibili, ma che oggi rischiano di svanire a causa dell’incuria, della superficialità o, peggio, di politiche poco attente. Nuovi programmi educativi sono al centro di questa iniziativa che vedrà come protagonisti i musei, cinesi, italiani e non solo, per rafforzare su scala mondiale i patrimoni delle “antiche culture dell’acqua”: patrimoni da cui è necessario ripartire per stimolare nuove idee e strategie volte a garantire una crescita più sostenibile.
Il Global Network è stato tra i protagonisti dei lavori del Great Rivers Forum, grazie alla sessione moderata da Eriberto Eulisse, coordinatore della rete che mette al centro una nuova visione antropologica del rapporto uomo-fiume per educare le nuove generazioni. Non è un caso che nella cornice di questo convegno sia stato siglato un importante accordo di collaborazione tra il Global Network of Water Museums e il Museo delle Civiltà del Fiume Azzurro.
Le altre due sessioni del Forum hanno invece approfondito altri temi cruciali per gli obiettivi dello sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals). Anzitutto con il gruppo di illustri esperti che hanno trattato e discusso le problematiche di ecoidrologia legate ai grandi fiumi, coordinati da Karl Wantzen (cattedra UNESCO a Tour, in Francia). Infine, ma non ultimo, si è parlato di pianificazione urbana, dei futuri sviluppi delle città collocate lungo i fiumi e della necessità di riconnetterle maggiormente con l’elemento acqua, nella sessione coordinata da Katri Lisitzin, nota esperta di Patrimoni Mondiali dell’UNESCO. La città di Wuhan e il Museo delle Civiltà del Fiume Azzurro hanno già annunciato, assieme all’UNESCO, la prossima edizione del Great River Forum per il 2020, onde dare continuità concreta alle azioni e alle raccomandazioni dell’UNESCO emerse dalle conclusioni della conferenza.

Nessun commento:

Posta un commento