Il Centro Internazionale Civiltà dell'Acqua è un'associazione Onlus nata nel 1998 per un governo più lungimirante delle risorse idriche e per diffondere nuove consapevolezze e comportamenti più sostenibili verso il patrimonio delle acque e del paesaggio.
lunedì 25 giugno 2012
sabato 23 giugno 2012
Water pebble: il tuo gadget salva acqua!
Quanta acqua serve davvero per farsi una doccia senza sprechi? Ad aiutare
noi water lovers c'è water pebble un gadget amico dell'ambiente.
Water pebble, ideato da Paul Priestman e commercializzato dall'azienda inglese Dry
Planet é un piccolo oggetto circolare, ovviamente costruito con materiale
interamente riciclabile, da posizionare nel fondo della nostra doccia. Dopo
ogni getto d'acqua la lucina di cui e' dotato diventa di colore verde se il
consumo idrico é ridotto , di colore giallo se siamo vicini allo spreco,
fino al colore rosso, segnale che stiamo esagerando.
Ma i vantaggi dati da water pebble non finiscono qui: infatti è in grado di
memorizzare la quantità di acqua che abbiamo consumato nelle precedenti
docce, aiutandoci a monitorare il nostro consumo idrico complessivo e
conseguentemente anche l'energia impiegata e i soldi spesi. Non male, vero?
Save water save life!
Sarah Diotallevi - Centro Internazionale Civiltà dell'Acqua P.s. Da oggi water pebble e' presente anche in Italia nella nuova versione v2!
Save water save life!
Sarah Diotallevi - Centro Internazionale Civiltà dell'Acqua P.s. Da oggi water pebble e' presente anche in Italia nella nuova versione v2!
ART NIGHT VENEZIA E UNESCO 23 GIUGNO 2012
Nell’ambito dell’iniziativa organizzata e promossa da
UNESCO Venice Office
presso la propria sede di Palazzo Zorzi (Castello 4930, Venezia)
sabato 23 giugno 2012, ore 18.00 – 24.00
si svolgerà l’evento
Art Night Venezia 2012 – L’arte libera la notte,
Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua in collaborazione con Università Ca’ Foscari Venezia (Dipartimento di Economia), Veritas e WWF
presentano un evento speciale per il calcolo della nostra impronta idrica.
Dalle 18.00 alle 20.30 Dialoghi sull’Impronta Ecologica:
il pubblico avrà la possibilità di incontrare
Alessandro Galli, responsabile scientifico per il Mediterraneo del Global Footprint Network, ed
Eriberto Eulisse, direttore del Centro Internazionale Civiltà dell’Acqua,
i quali dialogheranno con i presenti, spiegando la teoria dell’Impronta Ecologica
(un indicatore utilizzato per valutare il consumo umano di risorse naturali rispetto la capacità della Terra di rigenerarle).
Grazie a dei supporti informatici, i visitatori avranno la possibilità di calcolare il proprio impatto sulle risorse del pianeta.
Il tema dell’impronta ecologica legato all’acqua, quello del
consumo di acqua “virtuale”
connesso alla nostra alimentazione e ai nostri stili di vita, e quello della
produzione di rifiuti superflui dovuti al consumo di acqua di bottigliette in PET
saranno sviluppati dal Centro Internazionale per la Civiltà dell’Acqua Onlus.
Presso il piano nobile di Palazzo Zorzi, alle ore 18.00, sarà illustrato e discusso il divertente calcolatore sull’impronta idrica
elaborato da WWF in collaborazione con l’Università della Tuscia: www.improntawwf.it/carrello/
L’interessante progetto promosso dall’Università Ca’ Foscari (Dip. Economia) in collaborazione con Veritas,
dal titolo “More Water Less Plastic” sarà invece presentato e discusso dal prof. Carlo Giupponi
(lavoro di gruppo degli studenti di Economia dell’Ambiente).
Il progetto, teso a promuovere l’uso dell’acqua con bottigliette ricaricabili in città turisticamente frequentate come Venezia,
illustra la sostenibilità e la convenienza dell’uso di bottigliette ricaricabili presso il Campus universitario di San Giobbe.
Perché non adottare soluzioni più sostenibili, con benefici evidenti
per tutti gli attori (compreso l’ambiente)?
Dalle 21.30 alle 23.00, verrà eseguita in prima assoluta La Sinfonia delle Dolomiti,
composta ed eseguita dal chitarrista Alberto Grollo, che sarà accompagnato per l’occasione dal Five Strings Quartet e dal tastierista Piero Brovazzo.
Quest’opera celebra la bellezza delle Dolomiti, inserite dal 2010 nella lista UNESCO del Patrimonio Mondiale,
cercando di trasmettere, attraverso la sinfonia delle sue note, le emozioni che si vivono assistendo al succedersi delle stagioni nello straordinario panorama dolomitico.
Concluderà la serata un brindisi all’insegna della sostenibilità
Come raggiungere UNESCO Venice Office
UNESCO Venice Office ha sede presso Palazzo Zorzi a Venezia (Castello 4930).
Il modo più semplice per raggiungere Palazzo Zorzi è prendere il vaporetto n. 1
da Piazzale Roma o dalla Ferrovia, e scendere alla fermata San Zaccaria.
Percorrere Calle degli Albanesi, giungendo a Campo San Filippo e Giacomo.
Girare a destra e prendere la prima calle a sinistra. Percorrere Calle della Corona e attraversare un ponte.
L’ingresso di Palazzo Zorzi è alla fine di Salizada Zorzi, sulla sinistra prima di un altro ponte.
Tempo di percorrenza dalla fermata del vaporetto “San Zaccaria” a Palazzo Zorzi: 10 minuti.
Per maggiori informazioni: www.unesco.org/venice
martedì 19 giugno 2012
mercoledì 13 giugno 2012
ARRIVA ECO WATER: DIRETTAMENTE DA ROMA LA NUOVA BOTTIGLIA ECO FRIENDLY
Nate dalla collaborazione tra il Comune
di Roma con Zetema, le eco water sono
bottigliette con il logo di Roma capitale acquistabili presso tutte
le librerie del “Sistema Musei Civici” di Roma Capitale, o presso
il punto di informazione turistica (P.I.T.) di via dei Fori Imperiali
per la modica cifra di 2 euro. Molto pratiche e facili da portare
sempre con sé perché pieghevoli, sono pensate per essere riempite
con l'acqua dei “nasoni” romani.
Questa
interessante iniziativa è nata dopo aver calcolato che in media ogni
turista utilizza 2,2 bottigliette di acqua al giorno, per arrivare
fino a 5 nelle giornate più afose: un'enorme quantità di plastica
destinata ad essere abbandonata e ad inquinare l'ambiente. Con
eco-water invece si
riducono sia il costo che l'impatto ambientale.
Certamente
un oggetto eco friendly che potrebbe sostituirsi ad altri souvenirs
provenienti dalla capitale...e voi, cosa ne pensate?
Sarah Diotallevi –
Centro Internazionale Civiltà dell'Acqua.
giovedì 7 giugno 2012
GOCCE DI MEMORIA FLUVIALE: INTERVISTA A RICCARDO CAPPELLOZZA, L'ULTIMO BARCARO.
Barcaro da tre generazioni, Riccardo
Cappellozza descrive la sua gente come “zingari acquatici, persone
con molto senso della fratellanza che si aiutavano tra loro. Ci si
dava una mano senza avanzare nulla l'uno dall'altro”. Un lavoro
certamente non facile il suo, che ti costringeva ad imparare cento
mestieri, dall'accendere il fuoco a pulire il cappello del capitano.
A 13 anni, appena finita la seconda
guerra mondiale, si imbarca per il suo primo viaggio per dare una
mano al padre. La barca era sconquassata a causa del conflitto e il
viaggio durò ben 4 mesi “durante il quale non ho mai visto la mia
madre”.
“Parlando
di navigazione potrei riempire cinque divine commedie, ogni giorno
una diversa avventura. Il mio ricordo più bello risale al 1946:
eravamo a Tor di Fine vicino a Caorle e abbiamo caricato la barca di
grano. Era appena finita la guerra, avevamo patito la fame e lì di
fronte a noi avevamo 1700 quintali di grano. Era una cosa
incredibilmente bella”.
La vita sulla barca era faticosa perché
“navigare
non è certo andare a passeggio. Ma la nostra fatica non era fatica,
si doveva fare così. Una volta per lo sforzo sono stato cieco per
un'ora: avevo trainato con le spalle una barca da 200 tonnellate. Ora
ho 60 anni di lavoro alle spalle, e un'esperienza straordinaria.
Quello del barcaro è un bel mestiere senza padroni. Il nostro unico
padrone era la natura.”
Viaggiare
a bordo di un burchio è un privilegio perché si parla di
archeologia navale, “io sono nato in barca e per me la vera barca
e' in legno. Le altre non mi dicono niente. La mia barca, muta,
parlava”. Navigare in quegli
anni era completamente diverso da oggi, in primis per
le condizioni dell'acqua: “fino
al 1953 si beveva l'acqua dei fiumi, la migliore era quella del Po,
durava in botte fino a 20 giorni mentre quelle del Brenta e
dell'Adige solo 10 giorni. Il grande cambiamento l'ho notato a
partire dal 1962: il Po non era più quello di prima, l'acqua era
diventata nera.” Lo stesso vale per la viabilità fluviale, “una
volta i fiumi avevano le draghe che portavano la sabbia altrove
scavando il canale per la navigazione ma oggi quasi tutto è
abbandonato. Ecco perché ci sono esondazioni ad ogni pioggia”.
Una carriera
singolare quella di questo barcaro, che dopo essere sceso dalla sua
barca si sentiva un pesce fuor d'acqua e ha fatto i lavori più
disparati prima di racchiudere nel Museo della Navigazione Fluviale
di Battaglia Terme tutto ciò che il padre gli aveva insegnato.
Nato nel 1999,
questo museo è una perla sconosciuta alla terraferma “ed io ho
promesso a tutti i vecchi barcari che finché avrò fiato parlerò
della nostra storia”. L'idea è nata per caso in seguito alla
mostra fotografica “Canali e burci”, prima opera di Cappellozza,
che ha ottenuto riconoscimenti internazionali. “Questa idea è nata
in biblioteca”, racconta, “parlando con il bibliotecario Franco
Sandon abbiamo detto che si poteva fare un museo partendo dalla
mostra fotografica. Io ci ho pensato molto e non ho dormito per 3
notti. Poi ho cominciato a crearlo. Per cinque anni ho restaurato
tutto questo imparando come si restaurano il legno e il ferro: mi
sono dunque dedicato io alla ricerca, al restauro e
all'allestimento.”
“Non è stato
facile far nascere tutto questo” ma, continua Cappellozza “ho
ricevuto anche grandi soddisfazioni, per esempio nel 2009 sono stato
nominato padovano eccellente, e questo grazie ai visitatori del
museo.
“E a 80 anni
voglio ancora migliorare, perché quello che mi ripaga è la
soddisfazione del pubblico che viene qui. Per me il burcio è stata
una grande scuola di vita...io ho la quinta elementare, ma il remo è
stata la mia penna stilografica per scrivere la mia storia
sull'acqua”.
Sarah Diotallevi –
Centro Internazionale Civiltà dell'acqua.
Foto: Francesco Trotta.
Foto: Francesco Trotta.
mercoledì 6 giugno 2012
I SILICONI NEI COSMETICI: SAPPIAMO COSA CI SPALMIAMO ADDOSSO?
I siliconi sono polimeri inorganici
molto versatili: sono idrorepellenti, duttili, antistatici,
resistenti alle alte temperature, resistenti all'invecchiamento
(quindi purtroppo non biodegradabili) e chimicamente inerti.
L'insieme di queste caratteristiche li ha resi molto appetibili agli
occhi delle aziende cosmetiche da sempre alla ricerca dell'ultima
novità. L'uso dei siliconi rende le creme, lo shampoo e il balsamo
più morbidi e piacevoli al tatto, e inizialmente gli effetti su
pelle e capelli sono molto soddisfacenti: la nostra pelle apparirà
liscia e morbida e la nostra chioma lucente. A lungo andare però
questi vantaggi si rivelano apparenti...
I prodotti per capelli con i siliconi all'interno
non nutrono il capello ma bensì ne rivestono il fusto,
coprendo le squame e donandogli un aspetto setoso. Il
capello però non è realmente nutrito, ma solo rivestito da questa
pellicola sotto la quale continua a rovinarsi...col passare del tempo
i siliconi o seccano i capelli favorendo le doppie
punte oppure li rendono flosci e pesanti.
Applicando i siliconi sulla nostra pelle si produrrà
una patina che la renderà liscia e morbida,
apparentemente perfetta. Ma in poco tempo accentuerà la secchezza e
i punti neri, perché non le permette di respirare.
.
Per evitare questi spiacevoli inconvenienti è
sufficiente prestare attenzione all'INCI (International
Nomenclature of Cosmetic Ingredients) e consultare il
biodizionario!
Generalmente sono siliconi tutte quelle sostanze che
finiscono in -one, -ticone e -siloxane. Cerchiamo di essere
consumatori consapevoli...LEGGIAMO LE ETICHETTE!
Sperando
di esservi stata utile vi do appuntamento al prossimo articolo,
Sarah
Diotallevi – Centro Internazionale Civiltà dell'Acqua.
martedì 5 giugno 2012
INAUGURAZIONE DI ACQUEDOTTO A EL SALVADOR
Il nostro direttore: inaugurazione di acquedotto (sistema di pompaggio, filtrazione e distribuzione) per quattro comunità rurali di El Coyolito, Dip. Chalatenango, El Salvador. Opera realizzata da COSPE/ADEL con il contributo dell'AATO Laguna di Venezia (foto: R. Tanduo).
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