Centro Internazionale Civiltà
dell’Acqua Onlus e Marco Polo System, in
collaborazione con l'Ordine degli Ingegneri di Treviso, portano nel
capoluogo della Marca la mostra fotografica itinerante "Acque di
Battaglia Vie d'acqua navigabili, fiumi e lagune durante la Grande
Guerra", realizzata nell’ambito delle iniziative dedicate al
centenario della Grande Guerra, per far conoscere le vie d’acqua
navigabili del territorio trevigiano
sotto una luce nuova e accattivante.
La mostra giunge alla sua quarta tappa presso il
Prato della Fiera di Treviso, nelle vicinanze dello storico porto
fluviale di Makallè. Sarà esposta dal 9 al 21 settembre presso la
Sala conferenze dell'Ordine degli Ingegneri, da Lunedì a Venerdì,
dalle ore 9.00 alle ore 18.00 e il Sabato dalle 9.00 alle 13.00.
Successivamente dal 23 settembre all'8 ottobre l'esposizione sarà
fruibile presso la Biblioteca comunale di Treviso, Via Giacomelli n.
10, dal Lunedì al Venerdì dalle 9.00 alle 20.00 e il Sabato dalle
9.00 alle 13.00.
Si tratta di un'esposizione unica che mira ad
attirare anche i più giovani alla conoscenza ravvicinata della
Grande Guerra, rievocando eventi storici poco noti e generando un
forte impatto emotivo nel pubblico fruitore. Le immagini, per lo più
inedite e provenienti dagli archivi dell'Istituto di Storia e Cultura
dell'Arma del Genio di Roma (ISCAG), sono altamente suggestive per il
tema prescelto. Raccontano l'imponente organizzazione logistica messa
in campo dal Regio Esercito Italiano durante la prima guerra mondiale
per supportare e decongestionare i trasporti su strada e su ferrovia
da e per il fronte: un milione e 500.000 tonnellate di merci, 1.700
chilometri di reti navigabili che andavano da Milano a Grado, più di
1.500 imbarcazioni e oltre 5.000 uomini del 4 reggimento Genio
Lagunari. E Treviso era un importante snodo di questo sistema perché
dal porto di S. Ambrogio di Fiera partivano le ambulanze fluviali
della Croce Rossa Italiana per il primo soccorso ai feriti giunti dal
fronte di guerra, che poi venivano trasportati sul Po verso altri
ospedali più sicuri.