lunedì 1 luglio 2013

GARBAGE PATCH STATE di Maria Cristina Finucci


L'allarmante fenomeno delle immense isole di plastica (Garbage Patch) che galleggiano sui nostri oceani è il centro dell'opera di Maria Cristina Finucci a cui si deve la provocante idea di conferire a queste nuove entità territoriali, la dignità di Stato.
La Finucci lancia una nuova sfida all'opinione pubblica per sensibilizzare su questo allarmante fenomeno delle isole di plastica. La più grande si estende per una superficie pari al Texas. Il Garbage Patch State non è rintracciabile in nessuna carta geografica e le rilevazioni satellitari non riescono a delimitarne i precisi confini. Tuttavia, a seconda delle rilevazioni, si estende per sedici milioni di km².


Il Garbage Patch State si colloca nel quadro di Wasteland , la complessa opera a cui l’artista italiana sta lavorando da parecchio tempo. Il battesimo è stato fatto a Parigi, l’11 Aprile scorso nella sede centrale dell’UNESCO, dove è stato sancito il riconoscimento istituzionale del nuovo Stato Federale, nell'Anno dell’Acqua.
il Garbage Patch State è approdato a Venezia e ad ospitarlo è l’università Ca’ Foscari nella sua storica sede sul Canal Grande.
Per l'esposizione veneziana l'artista ha ideato una specifica installazione composta da un padiglione formato da due cubi e da una marea di tappi di plastica colorata imbrigliati da reti rosse che uscendo dal piccolo edificio, trapassano verso il Canal Grande; metafora e immagine dello straripare della plastica e dei rifiuti in tutti i mari e gli oceani del pianeta. Nel cubo più grande, la proiezione della video-opera “ Dentro” , proiettata a 360°, darà allo spettatore la sensazione di essere immerso nella “zuppa di plastica”.
Anche l’opera, nella volontà dell’artista, è di tutti: chiunque infatti, può richiedere il passaporto e sulla pagina Facebook Garbage Patch State, potrà rendersi protagonista di questa Azione collettiva, sentirsi cittadino responsabile di uno Stato che oggettivamente ci appartiene essendo formato anche dai sacchetti di plastica, dai giocattoli rotti, dai palloni dimenticati da ciascuno di noi.
Il padiglione rappresenta solo uno dei momenti dell’opera dell’artista la cui mission è alleare l’arte all'ambiente, per sensibilizzare tutti noi attraverso la forza del linguaggio artistico su un tema così importante, dato che l’arte può toccare corde che la pura informazione scientifica stenta a far risuonare.
Nel mese di ottobre Maria Cristina Finucci proseguirà Wasteland con una installazione nella piazza del MAXXI di Roma, un progetto promosso da MAXXI Educational in collaborazione con il Master in Exhibit & Public Design dell’Università di Roma La Sapienza. E’ in programma anche una collaborazione con l’Università Roma Tre che ha già contribuito fornendo i tappi di plastica usati per le installazioni.









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