Le cronache allarmistiche delle ultime settimane hanno dato una notevole scossa all'opinione pubblica portando all'attenzione di tutti alcuni conclamati casi di contaminazione delle falde acquifere, senza tuttavia riuscire a fornire un quadro comprensibile e tale da far chiarezza sulle conseguenze immediate per la salute umana e per il nostro futuro.
Ma non vi è chiarezza nemmeno su quali strategie saranno adottate a livello regionale per prevenire ulteriori degradi della qualità delle acque, ovvero per fornire ai cittadini strumenti di monitoraggio preventivi, tali da evitare di arrivare a conseguenze così estreme.
Molti veneti, stimati in almeno 250 mila persone nell’area contaminata tra Vicenza e Padova, hanno infatti scoperto solo adesso di convivere inconsapevolmente, e chissà da quanto tempo, con una situazione di inquinamento dell’acqua non sostenibile. Potranno tutti sottoporsi gratuitamente ad analisi mediche specifiche. Con costi non irrilevanti a livello regionale. Mentre l’allarme si estende a macchia di leopardo su altre parti del Veneto.
Ferma restando la sicurezza e la qualità delle acque fornite direttamente dagli acquedotti, come hanno tenuto a precisare e confermare gli stessi enti gestori tramite nuovi e più appurati controlli, prende forma uno scenario sconcertante, dove l'inquinamento delle falde sotterranee appare improvvisamente in tutta la sua vastità e complessità, creando problemi soprattutto a quanti fanno ancora uso di acque di falda senza adeguati controlli.
A partire da questa newsletter il Centro Civiltà dell’Acqua intende fornire nelle prossime settimane un quadro di informazioni chiaro e completo sulla situazione attuale e sulle scelte non più procrastinabili da adottare per un futuro più sostenibile.
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