lunedì 6 giugno 2016

ALLARME PFAS: OLTRE L'EMERGENZA QUALI RIMEDI?

Le cronache allarmistiche delle ultime settimane hanno dato una notevole scossa all'opinione pubblica portando all'attenzione di tutti alcuni conclamati casi di contaminazione delle falde acquifere, senza tuttavia riuscire a fornire un quadro comprensibile e tale da far chiarezza sulle conseguenze immediate per la salute umana e per il nostro futuro.
Ma non vi è chiarezza nemmeno su quali strategie saranno adottate a livello regionale per prevenire ulteriori degradi della qualità delle acque, ovvero per fornire ai cittadini strumenti di monitoraggio preventivi, tali da evitare di arrivare a conseguenze così estreme.
Molti veneti, stimati in almeno 250 mila persone nell’area contaminata tra Vicenza e Padova, hanno infatti scoperto solo adesso di convivere inconsapevolmente, e chissà da quanto tempo, con una situazione di inquinamento dell’acqua non sostenibile. Potranno tutti sottoporsi gratuitamente ad analisi mediche specifiche. Con costi non irrilevanti a livello regionale. Mentre l’allarme si estende a macchia di leopardo su altre parti del Veneto.
Ferma restando la sicurezza e la qualità delle acque fornite direttamente dagli acquedotti, come hanno tenuto a precisare e confermare gli stessi enti gestori tramite nuovi e più appurati controlli, prende forma uno scenario sconcertante, dove l'inquinamento delle falde sotterranee appare improvvisamente in tutta la sua vastità e complessità, creando problemi soprattutto a quanti fanno ancora uso di acque di falda senza adeguati controlli.
A partire da questa newsletter il Centro Civiltà dell’Acqua intende fornire nelle prossime settimane un quadro di informazioni chiaro e completo sulla situazione attuale e sulle scelte non più procrastinabili da adottare per un futuro più sostenibile.

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